Si sale e si scende come se, invece che di una panchina, si trattasse di un ascensore. Chi scende, nel borsino della Juventus, è Rafa Benitez. Il tecnico spagnolo, come riportato anche giovedì dal Sun, si è riavvicinato alla proprietà dei Reds e la retromarcia non sarebbe andata troppo giù ai bianconeri. Chi sale, invece, è Cesare Prandelli, che sembra sempre più lontano da Firenze, ma è in cima alla lista dei successori di Lippi in Nazionale.
Trattasi di montagne russe. O, al più, di normale frenesia da ricostruzione. In casa Juve si fanno due conti - anche economici, quanto costa Benitez! -, si valutano diverse opportunità e si cerca di indovinare l'uomo della svolta. Sempre badando al portafoglio che, alla resa dei conti, è il punto di partenza per prendere la giusta decisione.
Da una parte c'è Benitez, che vuole portarsi uno staff che nemmeno un Emiro con il suo harem, e vuole, manco a dirlo, rinforzi costosissimi. I nomi sono noti: Mascherano, Kuyt, magari Torres. Giusto per citarne tre che non sarebbero tutti gli uomini della ricostruzione.
Prandelli, d'altro canto, punta su un progetto tecnico. L'allenatore viola ha sempre esibito un gioco arioso. Logico, quindi, che cerchi innanzitutto delle ali. Vargas, magari, conteso dal Real, o addirittura Robben, uno che Prandelli non ha certo dimenticato. Due titolari e due buone riserve, perché i campionati si vincono così. Poi, perché quella è una lacuna ormai annosa in casa Juve, un regista. Quindi il fedelissimo Montolivo, capace di giocare basso o a ridosso delle punte e, senza dubbio, giocatore in grado di dettare i tempi dell'azione. Il budget bianconero è di 80 milioni. Basteranno?