DELNERI: "Riparto dalla Juve. Chi non collabora sta fuori. Mi tengo Buffon e Del Piero"

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view post Posted on 18/5/2010, 18:15




Nonostante la sua avventura in bianconero non sia ancora stata ufficializzata, Gigi Delneri, dopo aver presentato le sue dimissioni al presidente Garrone, già comincia a sbilanciarsi e a parlare di Juventus e di strategie tattiche e psicologiche per l'anno prossimo. "Se qualcuno ha una formula con la quale si vince di sicuro, io l'adotto subito - afferma il tecnico di Aquileia, in una lunga intervista concessa a Tuttosport - ma visto che non esiste, scelgo il sistema che, a mio avviso, meglio interpreta la mia idea di calcio ".
E quando gli si chiede delle difficoltà di adattare Diego al 4-4-2, risponde: "Bisogna anche vedere cosa gli avevano chiesto quest'anno, Doni ha sempre giocato con me all'Atalanta, ma di solito guardo alle specificità. Quindi divido il campo in undici settori e voglio altrettanti specialisti per ogni zona. Se mi hanno preso e' perche' mi conoscono, comunque nel calcio non si vince sposando un modulo, ma grazie all'organizzazione, alla mentalità vincente e alla qualità ".
Quando il discorso passa al campionato fallimentare della Juve di quest'anno, Delneri non ha dubbi: "Ci vuole molta calma - afferma - perche' quella appena finita mi e' sembrata una stagione molto particolare. Qui ci sono giocatori di qualita', e dovremo valutare tutto molto bene. Penso sia molto piu' difficile arrivare in una squadra che ha vinto tutto, qui c'e' da ricostruire una mentalità ".
Infine, un accenno alla speranza di avere nella rosa della prossima stagione anche Buffon: " Spero di si', gli parlero' - conferma - Gigi e' il portiere della Nazionale, sostituirlo non sarebbe facile. E' uno che puo' dare molto in campo e nello spogliatoio, per l'ambizione, la fame di vittorie che lo accompagna. Buffon e Del Piero - conclude Delneri - rappresentano tante anche come immagine".
Ancor prima di mettere la firma sul contratto che lo legherà alla grande Juventus, Gigi Del Neri ("scritto staccato, mi piace di più", dice lui stesso) mette subito in chiaro le cose: "Penso che nessun giocatore sia indispensabile e chi non collabora con me sta fuori", avvisa il nuovo allenatore bianconero, in una seconda distinta intervista rilasciata al quotidiano La Stampa. Tra oggi e domani si recherà a Torino per sottoscrivere un biennale ed iniziare a pianificare il futuro con la società. Impossibile rifiutare la proposta di matrimonio della Vecchia Signora: "Cosa ho detto ieri al presidente Riccardo Garrone? Che la Juve è sempre la Juve, e che a questa offerta proprio non si poteva dire di no. Si può rifiutare la Juve? - dice l'ex tecnico doriano -. Quando ho pensato che sarei potuto diventare bianconero? Negli ultimi tempi, davvero. Quando si è allontanato Benitez. Ma sono stato zitto, ero troppo concentrato sulla Samp, per una grande impresa".
Delneri non si sente un ripiego: "Un ripiego? Vuole fare polemica? No, mi sembra normale che quando si fa una scelta importante si voglia puntare e si scelga il massimo. Con lo stesso criterio, posso dire di essere stato preferito ad altri, o giudicato più adatto. Almeno per qualcuno conta ancora la meritocrazia, cosa ha fatto uno: non sempre succede. Se pensavo di tornare in una big? Guardi che ero felice anche quando allenavo in C, ma lo dico davvero. E poi dieci anni filati di serie A sono già un buon risultato, e una chance come questa c’è pure chi non ce l’ha: però, penso di essermela guadagnata", dice il neo allenatore juventino.
A sessant'anni suonati, è la sua grande occasione: "Con la Juve hanno iniziato sui sessant’anni Capello, e poi Ranieri: non posso farlo io?".
Delneri ha raggiunto la Juve, ma non la considera un traguardo: "Non voglio che lo sia. Un punto da cui ripartire, piuttosto. Una rivincita? Non devo prendermi nessuna rivincita, con nessuno".
Si dice che Del Neri sia bravissimo con le piccole, molto meno con le grandi. Chiacchiera da Bar? "Sbagliata, semmai. Al Porto mi lasciarono solo un mese, ma per un motivo: volevo dare fiducia a giocatori come Bosingwa, Bruno Alves, Quaresma, Seitaridis. Non me lo hanno permesso: ma forse aveva ragione il sottoscritto. E oltre alle chiacchiere ci sarebbero anche altri fatti. In quel mese, in un’amichevole a Toronto, battemmo il Liverpool, futuro campione d’Europa: queste cose non si scrivono, però. La Roma? Non mi cacciarono, come molti dissero, me ne andai io, quando eravamo settimi, dopo 34 punti in 24 partite: non era il mio posto".
Gli fanno notare che alla Juve qualche suo collega ha avuto guai con alcuni campioni: "È l’aspetto che mi preoccupa di meno, sono ottimista e ho fiducia nei giocatori. Magari qualcuno non ha fiducia in me? Chi non collabora sta fuori. Credo che non ci sia un giocatore indispensabile, parlo in generale: anzi, il grande giocatore deve mettersi al servizio della squadra, e aumentarne il livello".
Lo dipingono come un integralista del 4-4-2, ma Delneri non se la prende: "Che male c’è? Guardi che se qualcuno ha una formula con la quale si vince di sicuro, io l’adotto subito. Visto che non esiste, scelgo il sistema che, a mio avviso, meglio interpreta la mia idea di calcio".
Si parla inevitabilmente anche di Diego, che di professione fa il trequartista e secondo i più non è adatto al modulo di gioco di Delneri: "Se può giocare con me? Non ne ho idea, perché bisogna anche vedere cosa gli avevano chiesto quest’anno".
Per Delneri, questa Juve non è da rifare: "Da rifare? No, ci vuole molta calma, perché quella appena finita mi è sembrata una stagione molto particolare. Qui ci sono giocatori di qualità, e dovremo valutare tutto molto bene".
Infine il tecnico di Aquileia chiarisce subito il mistero che aleggia attorno al suo cognome: "Del Neri o Delneri? Sui documenti attaccato, ma a me piace staccato. Non capisco perché i brasiliani con quattro nomi possano chiamarsi Pelé e io non Del Neri".



ma io amo quest'uomo! (:
 
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